Il calo dei matrimoni e l’aumento delle convivenze in Italia è un tema molto trattato negli ultimi anni: sicuramente la società moderna sta affrontando cambiamenti significativi. Infatti, le coppie che coabitano sono sempre in aumento – sebbene spesso siano prive di diritti e opportunità. Un rapporto di Eurofound ha evidenziato che circa il 7% dei cittadini italiani convive con il proprio partner: milioni di persone affrontano questo passaggio e decidono di trasferirsi con il\la compagno\a, senza però celebrare il matrimonio. Ma come si spiega che sempre più coppie preferiscono convivere?
La questione economica ed il tema del lavoro
Tra le principali cause della diminuzione dei matrimoni e dell’aumento delle coppie che convivono, spesso si cita la questione degli alloggi: i prezzi delle abitazioni in Italia, specie al Nord, diventano sempre più proibitivi. Le coppie conviventi sono per la stragrande maggioranza giovani, con una media sotto ai 40 anni; tali soggetti spesso sono senza lavoro, sono sottopagati, lavorano saltuariamente oppure hanno contratti a tempo determinato. Eurostat dichiara che il 16% dei giovani europei tra i 20 e i 29 anni era disoccupato nel 2014, percentuale sopra la media (31%) in Italia. Culturalmente, il matrimonio è sempre stato legato all’acquisto di una casa dove la coppia decide di vivere e di formare una famiglia in maniera stabile: non per niente, l’aumento delle coppie conviventi va di pari passo alla diminuzione delle vendite di immobili.
I matrimoni costano
Non è un mistero né tanto meno una sorpresa scoprire che i matrimoni – soprattutto le cerimonie socialmente dovute – sono estremamente costosi. Secondo un recente studio britannico, il costo medio di un matrimonio in Europa negli ultimi anni è stato pari a 25mila euro. Questo calcolo non ha nemmeno tenuto conto del viaggio di nozze.
Per moltissime coppie che vivono di occupazione precarie e in affitto in abitazioni sottodimensionate, una spesa simile non è minimamente giustificata dalle garanzie giuridiche e dai diritti che ne derivano, seppur importantissimi. Le giovani coppie preferiscono rimandare il momento del matrimonio ad una data indefinita e, nel frattempo, convivono.
La generazione precedente e l’esempio del divorzio
Un secondo fattore cruciale che influenza l’aumento delle convivenze riguarda la generazione precedente a quella attuale: l’avvento del divorzio nei decenni precedenti ha fatto sì che le separazioni siano aumentate esponenzialmente (divorzi aumentati del 25% negli ultimi 20 anni in UE). Molti degli adulti di oggi sono stati figli che hanno vissuto sulla propria pelle il divorzio, il trauma della rottura, i mesi antistanti il processo, gli avvocati, i litigi: sembra che molte coppie, piuttosto di rivivere l’eventuale matrimonio come un fallimento, preferiscano ridurre l’impegno e “semplicemente” andare a convivere.
la mentalità millennials
I millennials, ovvero i giovani d’oggi, hanno sviluppato una mentalità molto diversa dalle generazioni precedenti. Secondo molti giovani, ad oggi il matrimonio rappresenta un’istituzione che porta con sé valori di prestigio sociale. Sposarsi è certamente un modo per regolamentare e stabilizzare la coppia, dichiarando pubblicamente il ferreo desiderio di intraprendere un progetto famigliare.
Nel clima culturale odierno, però, il matrimonio è accerchiato da molte insicurezze, rischi e incertezze. È sempre più complesso per i giovani d’oggi sapere come anticipare gli obblighi coniugali e come comportarsi. Cruciale è anche l’evoluzione che il ruolo di genere sta subendo negli ultimi anni: si tratta di una sorta di pericolo per le relazioni contemporanee, perché gli schermi tradizionali – vissuti dai giovani nelle famiglie d’origine – non possono più essere replicati. Le coppie contemporanee deve prendere decisioni per conto proprio, affrontando esigenze imposte circostanze, sempre più mutevoli. Il matrimonio sembra sempre più distante dalla mentalità volubile che è propria dei millennials.