Storia del Texas Hold’em: origini e curiosità
La città natale e le origini del Texas Holdem sono ricondotte, dalle stesse autorità governative texane, alla cittadina di Robstown, in Texas. E’ molto difficile datare la prima partita giocata a Texas Hold’em, tuttavia tutti concordano che l’innovativa variante al poker sia stata introdotta sui tavoli verdi nel primo decennio del 1900.
Il Texas hold’em ha avuto, per circa 40 anni, una diffusione regionalizzata, e riferita al solo Texas. La sua prima comparsa al di fuori dei confini texani è avvenuta tra la fine degli anni 70′ e i primi inizi degli anni 80′. Difatti il Texas hold’em fu introdotto per la prima volta nei casinò di Las Vegas intorno al 1967. L’introduzione del nuovo gioco avvenne ad opera di giocatori professionisti americani, i quali erano certi del successo di questo gioco di carte innovativo, destinato poi a divenire il capostipite di tutti i giochi (di poker) community card (a carte comuni).
Tale convinzione proveniva da due caratteristiche molto amate dai giocatori professionisti, ed esclusive del Texas hold’em, che sono: abilità nel conteggio delle carte e possibilità di gestire al meglio i bluff, potendo puntare per ben 4 volte durante ogni singola mano. Dopo un timido esordio, nei casinò di Las Vegas, il Texas Hold’em ha conquistato il palcoscenico dei templi del gioco d’azzardo mondiali divenendo uno dei giochi più popolari e praticato al mondo. Gli effetti di tale popolarità sono comprovati dal fatto che al Texas Hold’em sono stati dedicati programmi televisivi e documentari, che narrano gli eventi dei principali tornei internazionali e le gesta dei grandi campioni.
Regole e modalità di svolgimento del Texas Hold’em
Il Texas Hold’Em è un gioco molto semplice nelle sue dinamiche, generalmente catalogato come variante del poker (classico) con l’ausilio di carte comunitarie. Sotto alcuni aspetti il Texas Holdem si approssima alle varianti stud del poker come la classica telesina, molto nota ai giocatori di poker. Solitamente i tavoli sono composti da un minimo di 2 ad un massimo di 10 giocatori, anche se seguendo le regole tradizionali si potrebbe arrivare a 22 giocatori. Il mazzo di carte utilizzato è quello standard francese a 52 carte senza jolly.
Solitamente una mano di Texas Hold’em si sviluppa seguendo delle fasi prestabilite ed ha inizio con la distribuzione delle carte fino a giungere alla dichiarazione dei punti scoprendo le carte coperte di ogni singolo giocatore attivo nella mano. L’elemento regolatore di tutte le fasi di gioco è il dealer (o mazziere); da tener ben presente che il dealer non gioca.
La prima fase ha inizio con la mescola delle carte da parte del dealer. Durante la fase preparatoria il giocatore posto alla sinistra e alla destra del dealer copriranno le puntate di piccolo e grande buio; quindi prima ancora di vedere le carte. Al fine di non far gravare sempre sugli stessi giocatori la copertura dei bui iniziali si ricorre al blind. Il blind simula un dealer virtuale che ad ogni mano si sposta in senso orario, facendo quindi ricadere su altri giocatori (quindi a turno) il little blind ed il big blind (che costituiscono il piccolo ed il grande buio).
La distribuzione delle carte avviene dopo la copertura del piccolo e grande buio (da parte dei due giocatori); la distribuzione delle carte avviene verso sinistra partendo dal big blind al quale è dato il vantaggio di parlare per ultimo nelle puntate e nei rilanci. Il numero di carte distribuite dal dealer è di due per ogni giocatore; le carte sono distribuite in due giri consecutivi e sono tenute coperte fino alla fine della mano. Dopo la distribuzione delle carte si darà inizio al primo giro di puntate ed il primo giocatore a parlare sarà quello immediatamente seduto alla sinistra del big blind. Le chiamate che possono essere effettuate dai giocatori, a turno, sono:
– call: si copre il grande buio del big blind
– raise: si copre il grande buio del big blind e si rilancia
– fold: si abbandona la partita.
Questo è un momento molto delicato del gioco in quanto ogni giocatore, in base alle puntate fatte, può già comprendere se gli avversari hanno, tra le carte coperte, dei simboli pregiati. Una volta terminato il giro delle puntate il dealer toglie la prima carta del mazzo (solitamente si dice brucia la prima carta) tenendola coperta e dispone le prime tre carte comuni sul board del tavolo. Le prime tre carte comunitarie che il dealer dispone sul tavolo costituiscono il Flop.
Una volta scoperto il flop si da inizio ad una secondo giro di puntate che rispecchia le stesse dinamiche e procedure del primo giro. Terminato il secondo giro di puntate il dealer brucia un’ulteriore carta del mazzo (la prima) e scopre la quarta carta comunitaria. Questa fase è detta Turn. Dopo aver scoperto il Turn si procede con il terzo giro di puntate, al termine del quale il dealer ripete l’eliminazione di un ulteriore carta e procede a scoprire la quinta ed ultima carta comunitaria.
Questa fase e detta River. Il river è la fase del gioco più emozionante in cui è possibile assistere a veri e propri capovolgimenti di sorti. Al river si procede ad effettuare l’ultimo giro di puntate che poi si concluderà con lo show-down di tutti i giocatori che non hanno lasciato il gioco e che hanno coperto tutte le puntate. Il primo giocatore a scoprire le carte sarà l’ultimo giocatore che ha fatto il rilancio, mentre il giocatore che ha visto il rilancio può lasciare coperte le carte e lasciar vincere la mano. Lo show-down è obbligatorio per entrambi i giocatori a fronte dell’All In.
I punti messi a calcolo per la determinazione della vittoria sono gli stessi del poker, unica eccezione è relativa al full e al colore. Difatti nel poker classico il colore batte il full, mentre nel Texas Hold’em avviene il contrario in quanto le probabilità di chiudere un colore, considerato il numero di carte, e decisamente più alto.
Bluff e strategie di gioco
Il Texas Hold’em è un gioco che si presta a molte strategie; i metodi e le procedure sono talmente tanti che potremmo scrivere un’enciclopedia. Per tanto ci concentreremo solo uno specifico aspetto del bluff, che attiene sostanzialmente al lato psicologico e comportamentale al tavolo di gioco e su alcuni accorgimenti dissuasivi.
Innanzitutto va chiarito il significato del termine bluff. Il bluff è una condotta strategica di gioco destinata a confondere le idee ai giocatori avversari dissimulando la reale entità dei proprio punto. Appare chiaro che le modalità di attuazione del bluff possono essere di due tipi: difensivo ed offensivo.
L’atteggiamento difensivo durante le fasi del gioco sono rivolte a coprire e camuffare i propri punti ed in generale le intenzioni di gioco. A tal fine bisogna contenere al minimo le espressioni e le movenze del corpo durante tutta la fase della mano. Anche se in silenzio il nostro corpo parla per noi. Questi atteggiamenti e movenze rappresentano la comunicazione non verbale del nostro corpo; quindi se durante una mano si riceve un buon flop e se si inizia a ridere e ad assumere movenze strane molto probabilmente tutti i giocatori abbandoneranno la mano.
In aggiunta se tale comportamento di gioco viene mantenuto costante per tutta la partita molto probabilmente sarete i primi a lasciare il tavolo con le tasche vuote. Quindi la prima strategia da adottare è quella di assumere il comportamento paragonabile a quello un monaco guerriero, riducendo al minimo le movenze del corpo. Gli sguardi non vanno concentrati sulle carte del board ma su parti non direttamente connesse alla mano in corso ad esempio i bordi del tavolo da gioco e mai sulle proprie fiche.
Raggiungendo una quasi totale inespressività del corpo, gli avversari saranno messi in difficoltà e assaliti da forte disagio. Allo stesso modo di come si nascondono le proprie espressioni non verbali, bisogna scrutare a fondo gli avversari e scoprire quei piccoli gesti, quasi impercettibili, che li tradiscono facendo comprendere chiaramente che stanno fingendo un punto o nascondendo le loro reali intenzioni. Da questo punto di vista durante una partita di Texas Hold’em, tra professionisti, sembra quasi di assistere ad una seduta di psicoanalisi.
Gli avversari che potremmo fronteggiare, se sono professionisti, attueranno tale linea di condotta. Pertanto è buona tecnica compiere delle strane movenze in modo volontario al fine di trasmettere falsi segnali che porteranno l’avversario verso il fallimento. Altro metodo molto efficace per comunicare falsi messaggi è costituito dalla puntata (sopratutto dal rilancio). Il bluff, come detto in precedenza, deve sortire nell’avversario due tipologie di convinzioni:
– deve credere che non ci sia un punto elevato quando in realtà c’è;
– deve credere che ci sia un punto elevato quando nella realtà non c’è.
L’abilità nella puntata è il miglior bluff che si possa attuare per riuscire a raccogliere buoni frutti. Quindi è bene non esagerare con puntate stratosferiche al flop, anche quando si possiede un buon punteggio chiuso. In questo caso si attende che l’avversario si convinca di essere più forte e commetta un errore, a quel punto si osa un All In a cui l’avversario non crederà, e cadrà nella trappola.
Imparare, quindi, a gestire le puntate e frenare le proprie emozioni durante gioco è la migliore strategia per lasciare un tavolo di Texas Hold’em da vincitori e non da perdenti.
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