La calvize comune, ovvero la perdita di capelli su vaste aree del cranio, è un problema molto diffuso soprattutto negli uomini. In questi solitamente la perdita inizia intorno ai 18 anni ed è caratterizzata da caduta dei capelli ciclica e crescita di nuovi capelli sempre più radi, sottili e anche con perdita di colore. Nelle donne invece la perdita dei capelli è più rara e comunque inizia intorno ai 35 anni e in alcuni casi addirittura dopo la menopausa.
Il primo a condurre studi approfonditi sulla calvizie fu Hamilton che classificò anche le diverse fasi della perdita.
La predisposizione è legata soprattutto a fattori di origine genetica e in particolare ai livelli di alcuni ormoni maschili come il testosterone e il DHT, ma in alcuni casi la causa può essere anche di altra origine ad esempio eccessivo stress o cure mediche.
Diversi sono i trattamenti che sono stati messi in campo per poter evitare la perdita dei capelli, ma resta da dire che se la calvizie in effetti ancora esiste vuol dire che non è possibile risolvere definitivamente il problema se non in alcuni casi. La prima cosa da dire che gli effetti sono maggiori se la terapia viene iniziata precocemente.
Prima di iniziare qualsiasi cura è necessario comunque effettuare delle analisi per stabillire la possibile causa, tra esse di particolare rilevanza i livelli ormonali e il tricogramma che analizza la struttura dei capelli.
La prima terapia può essere il finasteride che è ad esclusivo uso maschile, per avere risultati deve essere utilizzato a vita e ha numerosi effetti collaterali che sono amplificati proprio dall’uso prolungato, uno dei fastidi che sicuramente può far rinunciare alla cura stessa è la possibilità di disfunzioni erettili, inoltre, vi è una riduzione del liquido seminale. Si tratta comunque di una terapia farmacologica e quindi trattamenti di tipo orale tramite compresse.
Per uso topico invece è maggiormente consigliato il Minoxidil in soluzione del 5% per gli uomini e 2% per le donne. Uno dei principali effetti collaterali in questo caso può essere l’irsutismo poco gradevole nelle donne, ma vi può essere anche ipotensione, anche in questo caso il trattamento deve essere effettuato a lungo.
Per le donne è invece possibile una cura alle calvizie a base di progesterone, ormone femminile che migliora la salute dei capelli.
Negli ultimi tempi tra le possibili cure per le calvizie vi è il trattamento con il PRP, fattori di crescita piastrinica. Anche in questo caso si tratta di un trattamento topico a base di plasma ad alta concentrazione piastrinica e di origine autologa, ovvero le piastrine vengono prelevate attraverso un prelievo ematico, dallo stesso paziente. I fattori di crescita vengono infusi con siringhe oppure attraverso ionoforesi direttamente in loco e stimolano la produzione di cellule contenute nel bulbo. L’effetto è di frenare la caduta dei capelli e in modo più blando stimolare la crescita di nuovi capelli. Anche questa terapia non ha effetto in tutti i casi. Il trattamento si svolge in almeno tre sedute distanziate di alcuni mesi. Dopo qualche anno può essere necessario effettuare una sorta di richiamo perché in alcuni casi è stato notato un nuovo processo di caduta.
Resta infine la strada del trapianto di capelli che può essere effettuato con diverse tecniche con risultati più o meno simili a quelli naturali.
Basta scegliere la migliore delle cure per risolvere il problema calvizie.
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