Storia degli irrigatori
Il giardino è da sempre un elemento che caratterizza la civiltà umana. Al giorno d’oggi grazie agli irrigatori è semplice curare una piccola o grande zona e mantenerla continuamente bagnata a dovere.
Ma ti sei mai chiesto come si provvedeva ad innaffiare quando questi sistemi non esistevano?
È sempre stato un problema, tanto che già qualche secolo fa qualcuno ha ritenuto utile studiare sistemi che potessero automatizzare l’irrigazione, risparmiandosi l’enorme fatica di trasportare acqua in lungo e in largo.
Gli antenati dell’irrigatore
Già nel primo secolo dopo Cristo, Erone di Alessandria aveva inventato un congegno chiamato eolopila, il cui funzionamento ricorda molto quello degli irrigatori da giardino che utilizziamo due millenni dopo.
La differenza sta nella propulsione del sistema, che in questo caso non è fornita dall’acqua stessa ma dal vapore. E proprio il vapore è la chiave per i primi sistemi ad acqua pressurizzata, sviluppati nel diciottesimo e nel diciannovesimo secolo. Zone che non ricevevano abbastanza precipitazioni venivano infatti rifornite attraverso una distribuzione basata su pompe a vapore, che portava l’acqua a degli idranti con pressione sufficiente a annaffiare piante e raccolti. Mancava però ancora un sistema di distribuzione capillare dell’acqua.
Irrigatori ad acqua
È l’americano Joseph Lesser a brevettare nel 1871 il primo irrigatore ad acqua. Il funzionamento era molto semplice. L’acqua ruotava ad alta pressione all’interno di un contenitore ellittico, muovendo il braccio dell’irrigatore, mentre un sistema di ingranaggi dimimuiva la pressione dell’acqua e conseguentemente la sua velocità.
All’inizio gli irrigatori erano fissi, ma nel giro di pochi anni le nuove tecnologie permisero di sviluppare testine rotanti e a perno girevole e già all’inizio del ventesimo secolo gli irrigatori avevano tubature in alluminio e testine in plastica o gomma. Le testine oscillabili regolabili avevano un braccio di metallo che permetteva di diffondere acqua su un area di circa cinquanta metri quadrati.
Grazie a questi e agli ulteriori sviluppi, il numero di giardini pubblici e privati è andato continuamente aumentando per merito dei sistemi di irrigatori collegati alla rete cittadina di distribuzione di acqua.
Irrigatori per l’agricoltura
I sistemi di irrigazione per l’agricoltura utilizzano grandi irrigatori a pioggia con un funzionamento simile agli irrigatori ad acqua, ma con un pressione molto più alta.
Di solito sono utilizzati in superficie, ma possono anche essere installati sotto terra. Sono mossi attraverso tecnologia elettrica o idraulica e sono in grado di innaffiare interi campi grazie all’acqua irradiata circolarmente dal bocchettone dell’irrigatore.
Sistemi di irrigatori sotterranei
Ma nella seconda metà del ventesimo secolo i sistemi di irrigazione si sono sviluppati in particolare sotto terra. Puoi innaffiare un piccolo giardino con un irrigatore a oscillazione, ma per zone verdi di dimensioni maggiori necessiterai un sistema di irrigatori sotterranei, divisi in zone.
Puoi programmarli attraverso una centralina che li attiva al momento richiesto perchè sono basati su tecnologia elettrica. Esistono sistemi sotteranei molto semplici ed altri più parecchio più complicati. Ce ne sono a testine retrattili, che scompaiono permettendoti di tagliare l’erba senza rischiare di danneggiare l’irrigatore, mentre alcuni sistemi riescono addirittura a gestire il flusso d’acqua a seconda delle condizioni meteo, dell’umidità e della velocità di evaporazione dell’acqua.
Diversi tipi di testine creano inoltre flussi d’acqua diversi, più potenti per l’erba o più leggeri per piante e fiori più delicati.